Un adeguato approccio alla demenza richiede necessariamente una formazione globale ed integrata, che unisca le conoscenze biologiche e cliniche, sulle quali si fondano la diagnosi e la terapia, con quelle relazionali ed umane, elementi cardine del percorso assistenziale. Obiettivo della cura diviene quindi la promozione del benessere della persona e il contenimento dello stress di chi si occupa del malato.
Un sistema di presa in carico protesico, sviluppato secondo la metodologia Gentle Care, diventa elemento fondamentale nel raggiungimento di tali obiettivi di cura, articolandosi in tre elementi non separabili: l’ambiente fisico, le persone che curano, le attività ed i programmi che contribuiscono a dare un senso alla giornata del malato.
E’ su questi presupposti che si struttura un percorso formativo finalizzato ad offrire agli operatori delle strutture dell’ISAH che prendono in carico utenza affetta da demenza tipo Alzheimer gli strumenti conoscitivi più idonei per un’assistenza altamente specialistica, basata sulla forza di un lavoro integrato di équipe multidisciplinare. Particolare attenzione verrà data non solo ai contenuti, ma alla metodologia di applicazione, con un’impostazione sperimentale che consenta di verificare periodicamente efficacia e criticità del lavoro svolto.
L’attività formativa si articola in 8-10 incontri di 3 o 4 ore, in cui al classico approccio della lezione frontale, si affiancherà un lavoro di gruppo, aperto al laboratorio e alla discussione critica, in modo da facilitare il passaggio applicativo dei contenuti forniti. Le lezioni sulle tecniche di intervento e sulla gestione clinica del malato saranno seguite da un incontro a fine percorso, a distanza di un periodo di tempo tale da consentire agli operatori di iniziare a mettere in pratica le indicazioni in oggetto, e permettere pertanto di avere un momento di prima analisi e discussione del lavoro svolto.
Le tematiche degli incontri saranno così organizzate:
- La demenza: introduzione sugli aspetti neurologici (ezio-patogenesi, evoluzione, farmacologia) (2 ore)
Prof. Serrati/Siri – giovedì 15/12/2011
- La neuropsicologia delle demenze: strumenti di valutazione, introduzione al decorso dei defici cognitivi, impatto sul comportamento adattivo; ruolo della neuropsicologia nella riabilitazione. (2 ore)
Dott.ssa Colazzo – giovedì 22/12/2011
- Le tecniche di intervento non farmacologiche sul paziente: introduzione teorica sui vari approcci e simulazione di intervento
- ROT
- Reminiscence Therapy
- Procedural Learning
- Terapia occupazionale
- training cognitivo-comportamentale
- approccio neuropsicologico nella riabilitazione cognitiva e sulle autonomie (2 ore)
Dott.ssa Piccione – Giovedì 12/01/2012
- Riabilitazione neuropsicologica e demenza:
- Quali possibilità di intervento in ogni fase della malattia: come costruire un protocollo riabilitativo individuale e a gruppi, applicato alla presa in carico delle autonomie personali e strumentali.
- studio e discussione di casi(2 ore + 2 ore da definirsi di consulenza longitudinale dopo 2 mesi circa)
Dott.ssa Mottura Giovedì 19/01/2012+ un incontro a marzo/aprile
- Il cervello emotivo: comprendere le emozioni per poter gestire la relazione. Il ruolo delle attività terapeutiche, riabilitative e occupazionali nello stimolare la sfera affettiva ed emotiva del paziente in ogni fase della malattia. (2 ore)
Dott.ssa Colazzo Giovedì 26/01/2012
- I disturbi del comportamento: conoscerli e imparare a discriminarli per coglierne il senso e prevenire lo scompenso acuto. Quale intervento per ogni tipo di disturbo (strumenti di analisi, tecniche cognitivo-comportamentali di gestione) (4ore + 2 ore di consulenza longitudinale)
Dott. Siri – Dott.ssa Mottura – Dott.ssa Piccione – Dott. Colazzo Giovedì 02/02 e giovedì 09/02/2012 + un incontro a marzo/aprile
- Le attività di animazione: strumenti, metodologia ed effetti; quali interventi utilizzare nelle diverse attività di animazione. Le metodologie di animazione geriatrica, se adeguatamente utilizzate nei vari stadi della patologia, permettono di aprire un importante canale comunicativo-relazionale tra operatore e ospite. (2ore)
Dott.ssa Pelosi Giovedì 16/02/2012
- Il caregiving: il passaggio del malato in ambiente protetto è un momento estremamente delicato, denso di intricate dinamiche relazionali ed emotive, che spesso si caricano di tutto lo stress accumulato negli anni di gestione familiare. Comprendere tali meccanismi è fondamentale per procedere ad un inserimento del paziente che sia il meno traumatico possibile anche per i familiari, aiutandoli a partecipare con la corretta ‘distanza’ (che consenta quindi il graduale passaggio del ‘testimone’ agli operatori). Un lavoro di supporto psicologico si rivela indispensabile agli stessi terapeuti e membri dell’équipe, per controllare lo stress e il rischio di burn out, altissimo con una popolazione di tale complessità. (2ore + 2ore di consulenza longitudinale)
Dott.ssa Pelosi Giovedì 23/02/2012 + un incontro a aprile
Gli incontri definiti ‘di consulenza longitudinale’, a distanza di uno/due mesi, hanno l’obiettivo di lasciare all’equipe la possibilità e il tempo di valutare l’applicabilità dei contenuti e delle metodologie di intervento proposte, nonché l’impatto emotivo-relazionale del lavoro quotidiano con i pazienti, e di poterne ridiscutere con gli specialisti e il gruppo dei colleghi.
Tale consulenza potrà ovviamente essere prolungata a discrezione dell’equipe e della direzione della struttura.
Equipe formativa:
Dott. Carlo Serrati – Direttore Servizio di Neurologia – Azienda Universitaria Ospedaliera San Martino – Genova
Dott.ssa G. Colazzo – Neuropsicologa
Dott.ssa E. Piccione – Neuropsicologa
Dott.ssa S. Mottura – Neuropsicologa
Dott.ssa D. Pelosi – Psicologa clinica e psicoterapeuta
Dott. M. Siri – Geriatra